Si tratta di stadi critici ed esperienzialmente difficili di una profonda trasformazione psicologica che coinvolge tutto l’essere umano. Prendono forma di stati non ordinari di coscienza e comportano intense emozioni, visioni, vari fenomeni sensoriali fuori dall’ordinario e numerose manifestazioni fisiche. Questi stati perlopiù ruotano intorno a tematiche spirituali, che comprendono sequenze di morte e rinascita spirituale, esperienze che appaiono come ricordi appartenenti a vite precedenti, sentimenti di unità con l’universo, incontri con vari esseri mitologici, e altri motivi simili.
Sono esperienze strettamente collegate all’idea di rinascita spirituale, intesa come processo evolutivo che mira a portare l’individuo a vivere in un modo più maturo ed appagante, con maggiore consapevolezza della dimensione spirituale della propria esistenza e dell’universo nel suo complesso.
La possibilità di sperimentare una rinascita spirituale è una caratteristica innata degli esseri umani, crescere spiritualmente è naturale quanto lo sviluppo fisico e la rinascita spirituale è un fatto normale quanto la nascita biologica. Al pari della nascita, il risveglio spirituale è stato considerato per secoli da molte culture come una parte intrinseca della vita e, al pari della nascita, è stato reso patologico dalla nostra società moderna.
Quando parliamo di spiritualità, a scanso di equivoci, intendiamo esprimere quel qualcosa che caratterizza la relazione di un individuo con l’universo; si tratta di una disposizione, che non richiede necessariamente una struttura ufficiale formalizzata, un rituale collettivo o la mediazione di un prete o di un religioso. Tale termine va riservato a quelle situazioni che implicano delle esperienze personali di certe dimensioni della realtà che danno alla vita dell’interessato e all’esistenza in generale un che di divino. C.G. Jung usò il termine “numinoso” per descrivere l’esperienza che viene vissuta come qualcosa di sacro, santo o fuori dall’ordinario.
Non necessariamente, dunque, quando parliamo di spiritualità parliamo di religione, che è invece una forma di attività di gruppo organizzata, che può o meno condurre alla vera spiritualità, a seconda del grado in cui fornisce un contesto alla scoperta personale delle dimensioni divine della realtà.
Il termine moderno che noi usiamo per indicare l’esperienza diretta delle realtà spirituali è “transpersonale”: l’esperienza transpersonale è quella che trascende il modo usuale di percepire e interpretare il mondo da una posizione di ego separato. Questi stati transpersonali possono innescare una trasformazione molto benefica su chi li vive e sulla sua esistenza. Possono ridurre varie forme di disturbi emotivi e psicosomatici, o le difficoltà interpersonali. Possono ridurre le tendenze aggressive, migliorare l’autoimmagine, accrescere la tolleranza, promuovere la qualità generale della vita. Tra gli effetti positivi che possono seguire tali esperienze, vi è speso un profondo senso di unione con gli altri e con la natura.
Generalmente è possibile identificare la situazione che sembra aver innescato la crisi di trasformazione, e statisticamente parlando possiamo dire che la maggior parte di esse sono conseguenti a malattie, incidenti, operazioni, sforzi fisici eccezionali, prolungata assenza di sonno, e tutte quelle circostanze che provocano indebolimento fisico e abbassamento delle difese psicologiche. Come risaputo, una condizione di questo tipo facilita l’emergere di contenuti inconsci alla coscienza, a volte in modo progressivo e quasi impercettibile, altre in modo brusco, invasivo e dirompente. Altre situazioni tipiche che possono innescare crisi di trasformazione sono le esperienze di quasi morte, in seguito a gravi crisi biologiche, che possono mediare l’accesso a esperienze trascendentali molto profonde; nelle donne lo stress fisico ed emotivo del parto può provocare crisi di trasformazione, così come aborti provocati o spontanei. Talvolta una crisi psicospirituale può innescarsi durante un rapporto sessuale particolarmente intenso, o manifestarsi in seguito a forti esperienze emotive (di perdita, di separazione …) . In persone particolarmente predisposte, l’utilizzo di droghe psicoattive può essere la goccia che fa traboccare il vaso; anche una seduta psicoterapeutica particolarmente intensa può essere causa scatenante di un’emergenza spirituale.
Insomma, l’ampia gamma dei fattori capaci di innescare un’emergenza spirituale fa pensare che il grado in cui un individuo è pronto per la trasformazione interiore sia di gran lunga più importante dello stimolo esterno. Ma se andiamo in cerca di un denominatore comune a tutte le situazioni che stimolano l’esperienza, troviamo sempre presente una radicale alterazione dell’equilibrio tra processi inconsci e processi consci. Qualcosa potenzia la dinamica inconscia, tanto che questa riesce ad irrompere nella coscienza, oppure qualcosa depotenzia le difese dell’Io, costringendo l’individuo a rivolgere la propria attenzione verso il mondo interiore e il suo potenziale trasformativo.
Oggi che molte discipline orientali e occidentali stanno acquistando una certa diffusione, come la pratica della meditazione zen o vipassana, dello yoga kundalini, degli esercizi sufi, della preghiera cristiana o della contemplazione monastica, assistiamo ad un numero sempre maggiore di persone che sperimenta crisi di trasformazione direttamente collegate alla pratica di tali discipline.
La concezione del mondo creata dalla scienza tradizionale occidentale, che domina la nostra cultura, è , nelle sue forme più rigorose, incompatibile con qualsiasi concetto di spiritualità. In un universo in cui è reale solo ciò che è tangibile, materiale e misurabile, tutte le forme di fenomeni religiosi e mistici sembrano essere dei prodotti della superstizione, che rimandano a ignoranza, irrazionalità, tendenza verso un pensiero primitivo magico.
Il nostro modello medico, perlopiù, non si scosta da quello scientifico di tipo meccanicistico materialistico, e nonostante esistano ormai molte eccezioni individuali, la psichiatria e la psicologia ufficiali non fanno alcuna distinzione, in generale, tra misticismo e psicopatologia. Secondo il modello medico le manifestazioni psicologiche e fisiche degli stati di trasformazione, indicano la presenza di un grave processo patologico in atto; esse vengono definite “psicosi”, termine che nel pensiero della psichiatria ufficiale indica un “disturbo di eziologia ignota”. Si ipotizza che un processo biologico, la natura e la causa del quale non sarebbero ancora state scoperte, sia responsabile non solo della comparsa di queste esperienze anormali, ma anche del loro contenuto.
Non vi è un riconoscimento ufficiale che le grandi tradizioni spirituali, da secoli implicate nello studio sistematico della coscienza, abbiano qualcosa da offrire alla nostra comprensione della psiche e della natura umana. Così i concetti e le pratiche che si trovano nelle tradizioni buddista, indù, cristiana, islamica e in altre ancora, basati su secoli di profonda esplorazione e sperimentazione psicologica, vengono indiscriminatamente ignorati e liquidati, assieme alle varie superstizioni e alle credenze ingenue delle religioni primitive.
Questo atteggiamento verso la spiritualità in genere, e le emergenze spirituali in particolare, porta a gravi conseguenze pratiche. Gli individui implicati in una crisi di trasformazione sono considerati dei malati mentali e trattati con le terapie farmaceutiche di routine, volte alla soppressione dei sintomi. Ma la convinzione che si abbia a che fare con una malattia nel senso medico del termine è infondata, dato che al presente non è sorretta da prove cliniche o di laboratorio.
Inoltre, se ci accostiamo alle emergenze spirituali nello spirito del modello medico, l’insorgenza dei sintomi potrebbe apparire come l’inizio di una malattia, e la loro intensità indicherebbe la gravità della situazione. Secondo l’approccio che ci appartiene, e che qui stiamo proponendo, i sintomi sono l’espressione palese dei problemi che stanno alla base; la comparsa dei sintomi è vista, dunque, come l’inizio del processo di guarigione, e la loro intensità indica la velocità della trasformazione. Utilizzare dei farmaci che sopprimono i sintomi, in questo modello interpretativo, significa sopprimere insieme ad essi il potenziale di guarigione che vi è connesso, ostacolare quando non addirittura soffocare un naturale tentativo di autoguarigione. Il compito principale di una terapia è produrre una situazione in cui i sintomi non hanno bisogno di comparire, non una situazione in cui i sintomi non possono comparire. Certamente non apprezzeremmo un meccanico di automobili che risolvesse il problema di una spia rossa che si accende sul nostro cruscotto tagliando i fili di collegamento con la lampadina.
Vi sono dunque delle ragioni molto importanti per riconoscere l’esistenza delle emergenze spirituali e per astrarle dal contesto del modello medico. E’ pertanto estremamente importante chiarire il concetto di emergenza spirituale e sviluppare degli approcci efficaci e ricchi di comprensione al suo trattamento, come pure dei sistemi adeguati di sostegno.
E’ altrettanto importante distinguere le emergenze spirituali dalle psicosi, per operare un trattamento adeguato in entrambe le situazioni. In particolare è bene tener conto che persone che soffrono di gravi stati paranoici, di allucinazioni acustiche di contenuto ostile, di manie persecutorie, non possono e non devono essere trattate con le nuove strategie, a meno che non si riesca, mediante un lavoro psicoterapeutico sistematico, a creare una situazione in cui tali persone riescano ad acquisire una comprensione adeguata della natura del processo e una sufficiente capacità di gestire i propri contenuti emotivi e i meccanismi proiettivi.
Per gli addetti ai lavori, e per chi volesse approfondire gli aspetti psicologici delle emergenze spirituali e la diagnosi differenziale rispetto alle psicosi, consiglio la lettura di Emergenza spirituale: la crisi personale come rinnovamento profondo, red edizioni, 1993 e anche La tempestosa ricerca di se stessi, sempre delle edizioni red, 1995, entrambi scritti da Stanislav Grof, insieme alla moglie Cristina.
Quando la crisi si presenti con modalità non eccessivamente destrutturanti, l’utilizzo della respirazione olotropica , di tecniche psicologiche e di lavoro sul corpo atte a favorire l’espressione emotiva e a incoraggiare il naturale svolgersi del processo di trasformazione, possono portare ad una risoluzione dell’emergenza e ad un nuovo assetto psichico. Chi attraversa un’emergenza spirituale di questo tipo, può rivolgersi alla Dott.ssa Corberi per una consulenza e/o per strutturare insieme un intervento adeguato.
Purtroppo nella maggioranza dei casi, le emergenze spirituali si manifestano in modo molto intenso, tanto che la persona che le attraversa dimentica di mangiare, bere e di curarsi della propria igiene. Perdita del sonno, incapacità di stare nella realtà, emozioni forti e anche manifestazioni fisiche eclatanti rendono particolarmente impegnativo e difficoltoso l’intervento, che in questi casi richiederebbe l’utilizzo di strutture alternative a quelle psichiatriche ufficiali, e l’utilizzo di personale ben preparato a gestire e favorire l’evolversi del processo. Nel mondo sono stati tentati diversi esperimenti di strutture alternative per il trattamento di questo tipo di crisi, come la Diabasis di John Perry a San Francisco, la Chrysalis a San Diego e altre, in America e anche in Europa. Perlopiù tali strutture hanno avuto vita breve, per questioni assicurative principalmente e di sovvenzioni negate. Sebbene il costo di questo tipo di strutture sia ben più basso di quelli delle strutture psichiatriche ufficiali, evidentemente non esiste ancora la cultura perché i diversi paesi possano sostenere programmi alternativi all’intervento soppressivo dei farmaci che a tutt’oggi rimane l’unico seguito. Cristina Grof e Stan Grof hanno creato nel 1978 lo Spiritual Emergency Network (SEN), nell’Esalen Institute di Big Sur in California. Nato con poche persone, oggi il centro funziona sia come centro di sostegno e cura di crisi di trasformazione, sia come struttura di formazione per operatori del settore. Chi si trova in una condizione di profonda trasformazione psicospirituale che necessiti di assistenza e contenimento continuo durante le 24 ore, deve rivolgersi al sito ufficiale di Grof (www.holotropic.com) per informazioni sui centri che svolgono questo tipo di attività.